Zainocrazia è oggi un bel libro ed un sito in continuo arricchimento. Leonardo Previ – presidente di Trivioquadrivio, con cui Ulis sta stringendo una partnership strategica – ha partecipato allo spring camp di Coder360 tenutosi a Prato dal 20 al 27 aprile, illustrando il percorso che lo ha portato ad elaborare questa nuova sintesi.
Una visione che vuole rimettere l’uomo in movimento, letteralmente. Al potere ed alle certezze della burocrazia, anzi delle burocrazie, si preferiscono i dubbi e le potenzialità aperte dalle “buone” domande che pongono le macchine non banali (noi umani, se preferite). Alla ripetizione e ai meccanismi standardizzati si sostituisce la sfida della creatività, l’associazione non scontata di idee, la coabitazione tra esperienze alternative.
Un approccio che vuole diventare una piattaforma per prassi diverse di un futuro preferibile. I temi affrontati da Leonardo trovano nell’approccio trasversale del progetto Coder360, un ambito naturale di risonanza: i Coder360 vogliono affrontare le sfide della complessità, rifuggendo le istanze poste dalla specializzazione e dalle etichette. I Coder360 non sono e non vogliono essere degli specialisti, rifuggono gli standard e guardano al digitale non come una tecnica, ma come una lingua, la vera e propria koinè del XXI secolo, per decodificare la complessità del reale e liberare opportunità e potenzialità “dormienti”
I principi della Zainocrazia dovranno ispirare l’evoluzione di Coder360 nei prossimi anni in un percorso che intorno a un vision forte di un futuro possibile (e soprattutto migliore) sappia includere nuovi stakeholder, attivare relazioni e progettualità di grande impatto. Un progetto costantemente in movimento perché, come ci avverte lo stesso Leonardo Previ: ” Il lavoro viene prodotto dalla creatività, dalla fantasia e per generare queste novità abbiamo bisogno di muoverci. Quando ci muoviamo ci annoiamo di meno… Abbiamo la fortuna di vivere in un periodo storico in cui possiamo vivere attraverso l’innovazione e non la ripetizione, e questo è quello che ci compete, quello che io vorrei per i miei figli”. Un’affermazione che è davvero difficile non condividere.